Licodia Eubea è un grazioso paesino situato nel cuore della Sicilia vicino alle principali mete turistiche Siciliane come Ragusa Ibla, Caltagirone ,Noto,Piazza Armerina,Modica,Scicli,Siracusa,Pantalica,Catania,Taormina e tante altre destinazioni.
Licodia Eubea si trova a poco più di 15 minuti dal nuovo aeroporto di Comiso
E’ la meta perfetta per chi desidera trascorrere la propria vacanza in Sicilia nel pieno relax, godendosi le meraviglie artistiche ed i sapori tipici siciliani che una volta assaporati saranno difficili da dimenticare.
Territorio del comune di Licodia Eubea
1) Contrada marineo
Conserva le tracce dell’insediamento umano più antico del territorio di Licodia, il materiale ceramico rinvenuto risale alla seconda metà del V millennio a.C. ed è riconducibile allo stile di Serra d’Alto (Neolitico). La frequenza del sito in testimonianze come il frammento di bicchiere a clessidra, decorato bruno su fondo rosso, dell’antica età del Bronzo (fine del III millennio prima metà del II millennio a.C.)

2) Contrada San Cono
La contrada San Cono, eponimo di una “facies” della prima fase dell’Eneolitico siciliano, fu indagata da Ippolito Cafici alla fine del XIX secolo, dove rinvenne le fondamenta di alcune capanne circolari assieme a due tombe coeve. Una di queste tombe è a fossa, mentre l’altra è a forno scavata nella roccia con l’accesso praticato al fondo di un pozzetto.
Il rinvenimento permise al Cafici di individuare il passaggio dalla sepoltura singola a quella collettiva durante la prima fase dell’età del rame.

3) Bosco Vaito
Il bosco si caratterizza per la presenza di grandi alberi delle Cupulifere, chiamati sughera (Quercus suber), dalla cui corteccia si ricava il sughero. Si tratta di un bosco sporadico, di circa 86 ettari, che continua a sud con quello più esteso di Caltagirone (Bosco di San Pietro). Può essere considerato il polmone verde del territorio di Licodia Eubea.
Ogni anno per il I maggio, viene organizzata, dall’amministrazione comunale, la manifestazione “Vivi Natura”, che si divide tra il Bosco Vaito ed il Lago di Licodia, con l’intento di valorizzare queste due aree a valenza paesaggistico–naturalistica e sensibilizzare al rispetto e alla salvaguardia della natura.

4) Grotta dei Santi
Il complesso rupestre in contrada Alia presso il fiume Amerillo, denominato “Grotte dei Santi”, fu sede di un piccolo gruppo cenobitico, che dopo il VI secolo lo trasformò da area cimiteriale cristiana a oratorio.
In uno di questi ambienti venne ricavata una sala absidata nel cui catino si trova un pannello pittorico raffigurante la crocifissione, la cui figura di Cristo occupa la parte centrale, a destra e a sinistra si trovano rispettivamente Maria e San Giovanni, mentre in basso a sinistra una figura di minori dimensioni rappresenta Longino. L’affresco si data tra XII e XIII secolo.

5) Chiesa del Bianchetto
Sita nell’omonima contrada e dedicata, probabilmente, alla Vergine Maria, è l’unica chiesa rurale rimasta delle tante presenti nel territorio di Licodia Eubea. La chiesetta si caratterizza per la sua architettura a pianta ottagonale con copertura a tamburo sopraelevato e per l’assenza di campanile.
All’interno sulla parete frontale, si notano i resti di un altare in pietra intagliata e tracce di un affresco raffigurante, forse, la Santa Vergine Maria.

6) Lago di Licodia
Il lago artificiale di Licodia o Dirillo, alimentato dall’omonimo fiume, vede la costruzione del muro di contenimento nel 1961. Il bacino ha una capacità di 24 milioni di metri cubi d’acqua, particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, è meta di appassionati di pesca, trekking, canoa e vela.
Cenni storici
Le origini, la storia e la cultura di Licodia Eubea, piccolo paese dei Monti Iblei in provincia di Catania, rimandano a tempi lontani. Le testimonianze materiali dei primi insediamenti umani nel suo territorio, frammenti ceramici databili alla seconda metà del V millennio, prima metà del IV millennio a.C., sono conservati presso il locale Museo Civico “Antonino Di Vita”. La contrada San Cono da il nome, insieme a quella di Piano Notaro (Gela), ad un importante orizzonte culturale della prima età del rame. Furono infatti i fratelli Corrado e Ippolito Cafici, tra i primi studiosi in Sicilia di palentologia, alla fine del XIX secolo, a scoprire in contrada San Cono una stazione officina di epoca Eneolitica.
Durante il periodo arcaico l’antico centro indigeno grazie alla sua particolare posizione strategica, posto a cavallo del Saltus Camarinensis, suscita l’interesse dei coloni greci che occupano e controllano la zona, contribuendo all’ampliamento e allo sviluppo del centro siculo.
L’incontro fra le due culture, quella indigena e quella greca, si concretizza nella realizzazione di materiali ceramici la cui sintassi decorativa, tipicamente geometrica, riprende i caratteri della cultura indigena, mentre le forme vascolari rimandano alle fogge di alcuni vasi greci dando così vita alla “facies di Licodia Eubea”, i cui esempi, conservati presso il locale Museo Civico, sono stati portati alla luce dalla Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania, grazie anche all’aiuto della locale sede di Archeoclub d’Italia.
Durante le ultime campagne di scavo sono state rinvenute testimonianze di epoca tardo romana e bizantina in contrada Pirrone, si tratta di una basilichetta paleocristiana con abside trilobata ben conservata nella sua struttura perimetrale. Testimonianze medievali sono presenti in contrada Alia dove un complesso rupestre, denominato Grotte dei Santi, accolse dopo il VI secolo un piccolo gruppo cenobitico, che adottò il precedente insediamento cimiteriale, decorando una delle grotte con un panello pittorico in cui è raffigurata la crocifissione (XII-XIII sec.).
Il nome di Licodia compare per la prima volta nel 1269 nei registri della cancelleria angioina, mentre è nel 1393 che il re aragonese Martino assegnerà, per i meriti conseguiti, le terre e il castello di Licodia alla nobile famiglia Santapau, la quale ne sarà detentrice fino al 1618 quando venne a mancare l’ultimo erede Santapau: Camilla.
In seguito il maniero passerà ad un’altra nobile famiglia quella dei Ruffo, fino a quando un terribile terremoto (1693) distrugge molti centri del Val di Noto fra cui Licodia e il suo castello. La ricostruzione post terremoto, frutto di una nuova forza generatrice vede impegnate città
Foto e testi Archeo Club d’Italia – sede di Licodia Eubea
